L'intervista a Enrica Pulcinelli

L'intervista a Enrica Pulcinelli

Biografia: Parlaci di te, i tuoi studi, le tue esposizioni, ecc…

Dopo essermi diplomata al liceo classico mi sono iscritta alla facoltà di Scienze politiche con indirizzo comunicazione, media e giornalismo. Ho da sempre una grande passione per la scrittura, che spero un giorno di trasformare in un lavoro.
Per il momento ho ancora poca esperienza nel mondo artistico. Ho partecipato solo all’ esposizione “Arte in vetrina”, organizzata proprio dalla vostra associazione.

Domanda: Quali sono stati i tuoi primi approcci al mondo dell’arte?

Sono interessata alla comunicazione in generale, in tutte le sue forme, soprattutto quelle che prescindono dall’ oralità. Per questo motivo mi sto avvicinando ( piano piano) alla fotografia. I miei primi approcci sono stati casuali e soprattutto istintivi.

D: Se ci sono stati, chi sono i tuoi riferimenti culturali, il tuo maestro, il tuo faro nella tempesta?

Sono particolarmente affascinata dalle fotografie di Steve McCurry per la profondità, il realismo e le emozioni che trasmettono, ma il mio ” faro nella tempesta” sono stati i dipinti di mia madre. Li ho avuti sott’ occhio fin dall’ infanzia e mi hanno spinto a prestare maggiore attenzione alla bellezza dei paesaggi naturali.

D: Quali sono i soggetti della tua arte e da dove prendi spunto per i tuoi lavori?​

In questi miei primi lavori sto cercando di non imitare gli altri, di non farmi influenzare e di lasciarmi guidare dall’ istinto, immortalando quello che più cattura la mia attenzione.

D: Dietro ogni tuo lavoro c’è un significato profondo, un aspetto che vuoi fare emergere?

Cerco di riuscire a trasmettere le sensazioni di quel momento, di quando mi trovo di fronte a ciò che osservo e che mi colpisce.

D: Che cos’è per te il “bello”? Esiste il bello nell’arte?

Il bello è pura soggettività. È ciò che le “lenti” attraverso cui percepiamo il mondo ci trasmettono come tale. Queste lenti sono diverse per ognuno di noi. Le mie, ad esempio, mettono a fuoco soprattutto i colori, le particolarità di un viso, l’ espressività degli occhi, le simmetrie, gli spazi aperti che lasciano immaginare l’ infinito.

D: A cosa ti stai dedicando ultimamente? Alla scultura, alla pittura o alla fotografia? Quale percorso stai seguendo?

Adesso mi sto dedicando soltanto alla fotografia, anche se mi piacerebbe moltissimo sperimentare la pittura. Nel frattempo non abbandono mai la scrittura, ma credo che anche questa, a suo modo, possa essere considerata una forma d’ arte.

D: Qual è il tuo metodo di lavoro? Spiegaci come arrivi all’opera finita…

Ancora non ho un metodo affinato, ma spero di fare progressi. Mi baso più che altro suo miei gusti e sulle mie sensazioni. Se mi trovo davanti a qualcosa che mi colpisce, cerco la luce che credo lo valorizzi di più, l’ inclinazione e la posizione migliore.

D: Parlaci un po’ dei tuoi strumenti di lavoro, dei materiali che usi, dei colori che prediligi…

Utilizzo una semplice macchina fotografica digitale. Mi attirano diversi tipi di colori, da quelli più brillanti e accesi a quelli più tenui e neutri. Ogni sfumatura ha una sua particolarità.